Zengarini
Marco Zengarini
Riassumere la mia storia d’amore con Gesù Cristo in poche righe è difficile, perché tante sono le cose da raccontare. Ho deciso allora di soffermarmi sull’essenziale. Febbraio 2013. Avevo quasi 23 anni, studente al primo anno della specialistica di Scienze Politiche e allo stesso tempo corrispondente per un quotidiano locale, una famiglia presente, una solida cerchia di amici e una fidanzata con cui progettavo il mio futuro. Tante belle esperienze vissute. Una vita fortunata. 11 febbraio 2013. Annuncio delle dimissioni di Papa Benedetto XVI. Mai dimenticherò quello che provai nel leggere la notizia. Un brivido, una scossa, uno schiaffo. La mia famiglia mi ha cresciuto nella fede cattolica. Ma la mia fede, con il passare del tempo, era diventata molto superficiale. Il gesto di Papa Benedetto XVI mi commosse. Mi commosse così profondamente da scuotere la mia vita e toccare la mia anima. Mi risvegliai da un lungo letargo. Da quel giorno sentii dentro di me l’esigenza di approfondire il mio rapporto con il Signore. E mi tornarono in mente tante cose del passato, quando ero ragazzino: la gioia nel partecipare alla Messa, l’intimità della preghiera, l’abbraccio misericordioso di Dio nella confessione e le visite pomeridiane al Santissimo Sacramento. Avevo dimenticato quanto fosse bello stare in compagnia del Signore. Giorno dopo giorno mi riavvicinai a Lui e questo accese una nuova luce sulla mia vita. Non mi mancava niente per essere felice, ma allo stesso tempo mi mancava la cosa fondamentale. La risposta a una semplice domanda: che senso ha la mia vita? Fino a quel momento, avevo sempre scelto di non rispondere preferendo rifugiarmi nelle mie sicurezze mondane. Avevo costruito il mio piccolo mondo e mi nascondevo al suo interno. Pensavo che mi avrebbe sempre protetto, questa era la mia felicità. I momenti belli certo non mancavano, ma la domanda su quale fosse il senso vero della mia vita emergeva sempre con più insistenza. E il mio piccolo mondo che avevo costruito non mi dava una risposta vera. Le certezze mondane su cui avevo poggiato la mia vita non reggevano il peso di quella domanda. Toccai con mano tutta la mia fragilità, che avevo cercato sempre di nascondere per paura. Ero creatura e, per la prima volta nella mia vita, lo accettai perchè mi sentii amato nel profondo da Gesù Cristo. Amare perché Egli ci ha amati per primo morendo sulla Croce e risorgendo dalla morte, eccolo il vero senso della vita. Siamo tutti figli di Dio, questa la vera gioia. Il Signore mi ha conquistato e disarmato, tutte le mie difese sono crollate. Mi sono innamorato di Lui. Se oggi sono un seminarista è solo per pura Grazia. E’ tutto merito Suo. E’ il Suo Amore che mi ha dato, e mi dà, il coraggio di abbandonarmi tra le sue braccia, anche quando mi ha detto “Vieni e seguimi”.
Marco Zengarini
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